lunedì 1 giugno 2015

Ora ricordo l'Africa



Non trovo più
le ansie dei vecchi giorni
quando aspettavo la sera
per sognare in pace
la nave del ritorno.
Ora ricordo l'Africa
come se mai
vi avessi pianto di fame
di paura e di dolore.
Come se tu, Bersani,
non fossi morto ai miei piedi
pronunciando per me una parola
da portare a tua madre
sulle rive del Santerno.
Come se fossimo stati laggiù
per giocare
a un grande gioco della guerra
con stelle filanti,
squarci rossi di cielo nel buio
e tanti soldati di piombo.

Ritrovo tutti
i sonnolenti cammelli
e le giornate immense di luce
sulle distese
ondulate del deserto;
i campi all'italiana
del Gebel;
i lamenti delle carrucole
sui pozzi scarni;
e le raggiere dei palmeti
nei cieli impastati di luna.
Ritrovo le bianche case
di Agedabia, Misurata, Sirte,
sedute sulla sabbia
a guardare il mare;
le carovane stanche di sete;
e gli uomini lenti che cercano
l'anima di Maometto
nelle tazze di tè.
Ritrovo le timorose mambrucche
cogli occhi nascosti nel barracano,
che sfiorano i muri
col passo delle gazzelle;
e le nebbie di ghibli
con la sabbia rovente
che preme la gola;
i vecchi seduti al sole
e i bimbi che cercano pidocchi
tra i loro capelli.
Ritrovo la millenaria Cirene
e Tripoli, Bengàsi,
tutta la Libia
come se fosse una giumella;
e ritrovo anche la tua lacrima,
Bersani,
che ti spuntò quando dicesti
l'ultima parola per tua madre
che ancora ti aspetta
sulle rive del Santerno.

Ora ricordo l'Africa
come non la vidi allora,
e so che l'amore
nasce dalla sofferenza,
come la sofferenza
nasce dall'amore.

Ora ricordo l'Africa
e aspetto la sera
per sognare in pace
la nave del ritorno.

(1948)

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