Elisabetta, nipote di Remo, ha vinto il concorso letterario Il mio esordio: il suo primo romanzo, Polaris, verrà pubblicato da Newton Compton.
Sono contento che nonno Remo abbia fatto in tempo a leggere questo suo lavoro, pronosticandone il successo.
Congratulazioni Eli, il nonno sarebbe fiero di te!
Daniele Lugli
sabato 3 dicembre 2016
Note al racconto "Un mestiere"
Faccio riferimento al racconto pubblicato nel post precedente.
Mio padre Remo ha conservato e catalogato, oltre ai racconti, anche i
ritagli di tutti i suoi articoli di cronaca e nella collezione non
trovo nulla che combaci con questa narrazione, che quindi va
considerata di fantasia. Emerge però un senso di rimorso, di disagio
che, per essere descritto così realisticamente, probabilmente è
stato vissuto. Disagio per certi aspetti di una professione – o
mestiere, come lo definisce lui nel titolo – che può costringere a
procurarsi informazioni secondo modalità non scorrette ma nemmeno
limpide: piccoli sotterfugi, insomma.
Gli fa onore questo suo rimorso per quelle che, tutto sommato, sono
ben piccole cose. Devo dire: fa anche un po' di tenerezza se si
guarda a ciò che, nel mondo del giornalismo, avviene da sempre e,
forse, oggi più di un tempo. Il Pulitzer per il giornalismo è
costellato, fino agli anni recenti, di premi contestati per resoconti
risultati poi infedeli e tendenziosi, plagio, invenzione. Anche senza
andare così lontano, abbiamo sotto agli occhi tutti i giorni esempi
di notizie riportate selettivamente o distorte per portare acqua a
qualche mulino.
Voglio riferire un minuscolo caso, sul quale sono ben informato
perché mi è capitato personalmente. Il giorno successivo alla morte
di mia madre arrivò a casa la telefonata di un cronista de La Stampa
di cui non voglio ricordare il nome. Alla sua richiesta di
informazioni risposi che era gravemente malata da tempo. Era un mese
di Luglio particolarmente caldo, e mi chiese se l'afa potesse aver
contribuito al decesso. Può darsi, gli risposi un po' stupito per la
domanda; l'afa sta dando fastidio a tutti, ha dato fastidio anche a
lei.
Il giorno dopo compare su La Stampa questa breve notizia, che riporto
testualmente omettendo solo il nostro indirizzo:
Donna stroncata dal caldo
Il gran caldo e l'afa hanno fatto una vittima ieri pomeriggio a
Torino. Un'anziana donna di 67 anni, Else Totti, residente in ... è
giunta cadavere al pronto soccorso delle Molinette dopo essere stata
colta da malore nella propria abitazione poco prima delle 17.
La donna era con il figlio, Daniele Lugli, che l'ha sentita
lamentarsi per il caldo. L'uomo non ha tentato invano di soccorrere
la madre prima di trasportarla il più in fretta possibile al più
vicino ospedale.
Il decesso della signora Totti conferma i giorni difficili che
stanno vivendo coloro i quali, in particolare modo gli anziani, sono
costretti a trattenersi in città malgrado il gran caldo di questi
giorni. Anche ieri chi non ha potuto scappare al mare ed in montagna
ha boccheggiato sotto i 36 gradi registrati in pieno centro poco dopo
mezzogiorno.
(Lasciamo stare il non di troppo, che rende incomprensibile il
secondo paragrafo). Non ha nessuna importanza, e infatti non viene
neanche menzionato, il fatto che la signora Totti fosse da anni
minata da un cancro; dalla notizia pubblicata risulta invece che è
morta perché non ha potuto scappare al mare ed in montagna.
Forse non poteva permettersi di andare in vacanza? Una nota di colore
per strappare una lacrimuccia al lettore.
(Remo all'epoca era già in pensione ma poté pubblicare, il giorno
successivo, qualche riga in termini più aderenti alla realtà).
Che interesse può aver avuto il cronista a stravolgere così la
notizia? Non si tratta di politica, non c'è da sostenere le parti di
qualcuno contro qualcun altro. Un indizio lo si ricava sfogliando le
altre pagine in quella data. A pagina 10 c'è tutta una serie di
articoli sul caldo eccezionale: è anche colpa di Saddam che,
bruciando i pozzi, avrebbe causato un effetto serra sul Mediterraneo;
le fiamme minacciano poderi nel Sassarese; è allarme rosso nei due
terzi degli USA; il caldo scatena la violenza, 17 omicidi a New York;
e così via.
È molto semplice, mi sembra: la notiziola della morte della signora
Totti andava 'pettinata' per renderla coerente con le tematiche del
giorno, e quindi più interessante.
Di fronte ad un giornalismo di questo tipo, sì, confermo: mi fa
tenerezza il rimorso provato da mio padre (che, nella sua lunga
carriera, non ha mai avuto non dico una querela, ma neanche una
lamentela da parte di un intervistato) per aver offerto un mazzo di
fiori col secondo fine di scattare una fotografia.
Tutto ciò sia detto, beninteso, senza generalizzare. Di giornalisti
corretti, ovviamente, ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.
Daniele Lugli
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