Una tesi su Remo

Congratulazioni alla dottoressa Elisa Dagnilevschi che lo scorso 15 Marzo a Bologna ha conseguito una laurea magistrale a pieni voti in Linguistica Italiana e Filologia discutendo la tesi Remo Lugli scrittore: dalla vita vissuta alla narrazione. Ecco alcuni estratti dal suo lavoro:

Quando il professor Marri circa un anno fa mi ha fatto il nome di Remo Lugli come possibile argomento di tesi, ammetto che mai prima di quel momento avevo sentito parlare di questo autore. Tuttavia, mi sono lasciata incuriosire e, non prima di aver letto almeno una parte del pubblicato di Lugli, ho deciso di intraprendere questo progetto che si è rivelato decisamente stimolante ed entusiasmante.”

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Remo Lugli: una vera scoperta dunque quella che è avvenuta all’inizio del mio lavoro di ricerca che dalle opere pubblicate mi ha portato all’acquisizione del manoscritto e della sua trascrizione digitale del diario di guerra dello scrittore. Fondamentale in questa fase è stata la preziosa collaborazione del figlio di Lugli, Daniele, che ospitandomi a Torino, dove abita con la famiglia, mi ha fornito il diario e altro materiale prezioso ai fini della ricostruzione del percorso di formazione letteraria di Lugli.
Durante il nostro incontro egli infatti si è reso disponibile nel mostrarmi i numerosi fascicoli, corredati da indici, in cui il padre ha catalogato e raccolto tutti i racconti pubblicati e alcuni articoli che lo riguardano, ciò che dimostra anche la sua meticolosità e cura nell’ordinare le tracce della sua esperienza letteraria. Inoltre Daniele si è reso disponibile a fornirmi informazioni riguardo la vita del padre: la gioventù, la guerra, il matrimonio con Else Totti, il trasferimento a Torino.
L’unico rimpianto per chi scrive è il ritrovamento del manoscritto de Le formiche sotto la fronte avvenuto pochi giorni prima della consegna della tesi. Non mi è stato possibile prendere in analisi integralmente tale manoscritto a causa delle tempistiche troppo stringenti, tuttavia ho analizzato l’incipit e esposto il finale che l’autore aveva pensato originariamente per il romanzo; d’altra parte, mi rendo conto che l’analisi integrale fornirebbe materia per un’ulteriore studio monografico (e, come diceva Manzoni, di libri ne basta uno per volta, quando non è di troppo).
Il ritrovamento di tale manoscritto insieme a quello della corrispondenza di Lugli con lo scrittore Gian Paolo Callegari, il poeta Aldo Capasso e l’agente letterario newyorkese Louis Navarra, e infine quello del carteggio con gli editori riguardante La colpa è nostra, potrebbero infatti aprire la strada a un nuovo progetto di ricerca su Remo Lugli, da pochi conosciuto, ma sicuramente meritevole di un approfondimento maggiore.” 

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