venerdì 17 febbraio 2012

Fama e amarezza


Basta dire Martelli e si sa già che è lui, Contardo, il grande prof. Contardo Martelli, clinico di fama già internazionale, con appena cinquant’anni. Il suo eccezionale intuito si manifesta soprattutto nei casi più oscuri. Già la sua prima occhiata al malato e le prime domande gli bastano a portarlo in direzione della giusta diagnosi. È un uomo attivissimo. La sua giornata incomincia sempre presto, spesso anche prima delle sei, con partenze in aereo per consulti in città, italiane o straniere. Viaggia sempre con un assistente che non gli serve per motivi inerenti alla scienza medica, ma per i rapporti prosaici che devono essere intrattenuti con i clienti o i loro parenti. Personalmente non parla mai di denaro, per questo c’è appunto il segretario. Ha già messo insieme una grande fortuna che spazia da una serie di palazzi in due città, che rendono una fortuna, e un castello in una magnifica collina, dove sarebbe piacevole trascorrere lunghi periodi. Ma il professore non ci va mai, sta in una villa con la moglie e i due figli.
La famiglia è un punto dolente per il grande clinico. Non la moglie, che gli vuole bene, è quieta, preferisce la vita appartata, tanto che difficilmente accetta uno degli inviti che talvolta le vengono proposti da circoli della migliore società. Sono i figli, due, di 23 e 25 anni, che offrono spesso pretesto per cronache e pettegolezzi. Sembrano nati apposta per le frivolezze. Nessuno dei due si è laureato e il padre ha dovuto subire questa amarezza. Non c’era verso di farli studiare, non servivano le restrizioni della libertà e le minacce più severe. Il più giovane s’è fermato alla terza liceo dopo avere inutilmente ripetuto l’anno, l’altro ha cambiato tre tipi di scuola per poi arenarsi in un istituto d’arte che a suo dire gli avrebbe fatto fruttare le sue qualità artistiche che gli hanno poi lasciato come testimonianza cinque quadretti di paesaggi appesi alle pareti di un salotto.
I due ragazzi hanno un gran daffare con le feste da ballo, con i viaggi, con i rally automobilistici e con i flirts. Cambiano ragazze e macchine con frequenza, sempre belle le une e sempre costosissime le altre. Il padre ha provato all’inizio a porre un controllo a questi eccessi, ma ha dovuto rassegnarsi e cedere. E allora si è votato totalmente alla sua professione, cercando di non sapere nulla di quello che combinano i ragazzi. Accetta anche le cariche e gli impegni che gli vengono offerti grazie alla sua posizione nell’ambito scientifico. Passa da un convegno a una conferenza, da un consulto in Italia a un altro in Germania. E deve anche tenersi aggiornato sulle pubblicazioni italiane e straniere che parlano delle nuove scoperte. Legge di notte rubando ore al sonno. Non chiede mai alla moglie notizie dei figli, se lei si arrischia a fargli un accenno a qualcosa che è successo, scuote la testa e alza una mano per fermarla. Non vuole sapere nulla nemmeno delle fuoriuscite di denaro, demanda anche questa incombenza alla moglie, che non sa mai dire di no.
Un giorno, mentre scrosciavano gli applausi di un pubblico che aveva ascoltato una sua conferenza, la mente gli è stata attraversata dal pensiero dei figli e li ha sentiti lontani, perduti; e in un lampo ha capito che era per colpa sua, per pagare il suo successo, la sua potenza: fosse uno dei tanti insignificanti medici di base forse avrebbe due ragazzi d’oro. Ora bisognava sorridere, ringraziare il generoso pubblico plaudente.