martedì 21 maggio 2013

Il famoso artista

La sua pittura è  affidata a una scrittura leggiadra e sottile, come il segno impresso dalla penna di un Angelo», ha scritto di lui un critico. Il pittore Camillo Randulli dipinge sempre così: su uno sfondo scuro, solitamente “fumo di Londra”, una miriade di segni dei più svariati colori che dal centro si dipartono verso tutte le direzioni e poi si intrecciano, svoltano, tornano indietro, girano di nuovo.
Una tecnica nuova, dicono i critici, e si domandano come egli la realizzi. Un problema che, del resto, si pongono di sfuggita. Quello che importa è la resa. Dicono: «L’immagine è vissuta nel suo trascorrere romantico. Una fuga lirica che ha impresso nel foglio il segno di un’alta poesia». La sua notorietà si fa strada, il suo nome guadagna sempre più spazio, da una rivista all’altra.
La tecnica di Camillo Randulli è un segreto, la conosce soltanto lui. È ritenuto un appassionato di pesca, perché va spesso in un negozio a comperare le esche per l’amo, lombrichi, larve di mosconi. Ma a pesca non ci va. I lombrichi e le larve li adopera per dipingere. Ne prende uno e lo  immerge nel colore rosso, poi, con le pinzette lo deposita al centro del foglio. Il lombrico parte, con grande fatica per lo stordimento che gli viene dal colore, va con la speranza di liberarsi di quel veleno che lo avvolge, gira, torna indietro, torna avanti. A volte muore quasi subito, a volte fa in tempo a ricominciare un nuovo percorso dal centro verso un’altra direzione.
Morto un lombrico, un altro lo sostituisce, con un nuovo colore. Sempre così. Camillo Randulli trascorre interi pomeriggi chiuso nella sua soffitta, circondato da barattoli brulicanti di vermi, e da tubetti di colore. Non si è mai posto il problema di svelare o meno la sua tecnica. Gli basta  continuare così, è un lavoro che gli piace, segue ogni percorso di lombrico con trepidazione, con trasporto, con soddisfazione. Alla fine, quando il quadro è finito, si sente meglio, come se avesse conquistato una mèta ambita, o come se si fosse  liberato da un peso.
Scrive della sua opera un altro critico: «Il gesto si distende con viva partecipizione sentimentale; 
le linee cromatiche che tagliano i fogli suggeriscono l’idea della continuità oltre il limite del quadro. Questi aerei segni sono forse i percorsi di idee astratte? Le parabole dei sogni di un poeta?»