lunedì 31 dicembre 2012

Piccole grandi cose


Era titolare di due aziende, entrambe del settore alimentare, che aveva creato lui. Dopo la prima, la seconda, a distanza di un solo anno, e aveva dato ad ognuna una sua precisa fisionomia. La prima era specializzata nei precotti, la seconda nei cibi raffinati. Questo a partire da cinquanta anni fa, per trent'anni. Era un imprenditore di grande nome, Liponi, Eugenio Liponi, stimato e ammirato per la sua abilità e le sue trovate innovative che davano sempre nuove energie alle sue aziende; e a lui, naturalmente, grandi soddisfazioni.
 Poi, vent'anni fa, il crollo; non delle aziende, ma suo, fisico: la salute annientata da una paralisi che gli ha lasciato soltanto la lucidità mentale. Non aveva alle spalle una famiglia in grado di sostituirlo nella sua attività, né aveva preparato dei dipendenti idonei a reggere quegli impegni. La sola via d'uscita è stata la cessione a una azienda concorrente che è subentrata mantenendo il nome, Liponi. Ma adesso, superati gli ottanta, Liponi è qui, infermo, nella sua camera, in poltrona, con la coperta sulle ginocchia, assistito da tre infermieri che si alternano nelle 24 ore. Sua moglie, che ha dieci anni di meno, dorme in un'altra stanza, ma di giorno passa molto tempo vicino a lui. È una compagna preziosa, non solo per la parte affettiva, ma anche perché provvede lei al disbrigo di tutte le incombenze che concernono l'amministrazione dei beni e lo svolgimento della vita familiare. Appena può la signora Liponi è lì, vicino a lui, a fargli sentire la sua voce.
 Questo è  il mondo di Liponi, con  giornate  apparentemente tutte uguali. Ma  lui  sa, e lo sta scoprendo sempre più, che in questo grigiore di vita c'è un fermento di pensieri, di sentimenti, di umori che possono volgere al bene o al male. Un tempo, quando aveva le aziende in mano ed era operatore di azioni a grande portata, aveva occasione di intense soddisfazioni o anche, malauguratamente, di sgradite amarezze. Adesso trova che uguali piaceri o disappunti possono venirgli da piccoli motivi. I suoi rapporti con gli assistenti, ad esempio,  sono una base di lavoro della sua fantasia e l'intimità di vita con loro gli consente di conoscerli sempre meglio e di apprezzarli nelle diverse misure. Quindi, già il quotidiano contatto con gli operatori dell'assistenza può essere motivo di più o meno piacere. E i pochi rapporti che ancora ha con i vecchi amici possono dargli soddisfazioni profonde. Poi le sue speranze sorgono nel ristretto campo del suo vivere quotidiano e il loro esaudimento diventa già un'occasione di piccola o grande gioia. Piccole cose che vengono a dare gli stessi risultati che un tempo avevano dato le grandi cose. Piccole, ma importantissime, per  dare respiro alle grevi giornate del povero Liponi.

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