Cenni biografici

Remo Lugli, giornalista, scrittore, è nato il 25 novembre 1920 a Rolo (Reggio Emilia) e morto il 26 ottobre 2014 a Torino. Giornalista lo è stato per trentadue anni, facendo l’inviato, con una attività più intensa della media: quasi ogni giorno di corsa, in auto o in aereo; eppure non lo era totalmente: in un angolo di sé stava sempre tramando qualcosa, inventando una storia. Ecco la sua passione nascosta. Mentre riempiva taccuini di appunti, per i fatti e i fattacci, o quaderni con tabelle e resoconti per le inchieste, un’occhiata mentale alla storia che aveva in ballo quel giorno ogni tanto gliela dava.


Aveva incominciato quando era nella cronaca del giornale provinciale, la Gazzetta di Modena; di giorno magari un bel giro per i campi con Else, la sua bella fidanzata, la notte a battere sui tasti di una vecchia Remington; e di tanto in tanto in testa la maturazione di una parola, di una frase per le sue formiche. Si era all’inizio degli anni cinquanta, il pensiero libero dalle angosce e dall’ansietà della guerra e del dopoguerra e la consapevolezza di voler creare una storia bella, sostanziosa, molto di più delle solite novelle che già andava pubblicando nella terza pagina della Gazzetta. E così un giorno si è trovato un mucchio di fogli in mano, con un inizio e una fine, e ha capito che erano un libro, un romanzo. Ha pensato di mandarlo ad Einaudi, senza sapere che quell’editore aveva proprio deciso, per mano di Elio Vittorini, coadiuvato da altri due validissimi scrittori, Italo Calvino e Natalia Ginzburg, di fare una raccolta di scritti di giovani aspiranti scrittori per scoprire la nuova letteratura.

Lugli ha ricevuto la risposta, ma solo per un soffio: avrebbe potuto benissimo non riceverla e allora tutto quanto è avvenuto non sarebbe avvenuto. Infatti la lettera di risposta non l’ha trovata nella cassetta della posta ma, di notte, mentre tornava dalla Gazzetta, sotto la pioggia, quasi davanti a casa nell’acqua di una buca della strada. L’ha raccolta, ha visto che era indirizzata a lui e che la Ginzburg gli diceva che “le formiche sotto la fronte è un libro bello”… 
 
Il libro di Lugli divenne il 13° Gettone vittoriniano e fu anche tradotto in Inghilterra. La pubblicazione gli fruttò prima la collaborazione con racconti a Stampa Sera, poi, nel ’55, la chiamata a La Stampa dal mitico direttore Giulio De Benedetti. Naturalmente con trasferimento da Modena a Torino. E così incominciò il tran tran dell’inviato, ma un piede suo era sempre nella narrativa. In complesso Remo Lugli ha pubblicato su Stampa Sera poco meno di 250 racconti. E sono venuti gli altri libri, disseminati nel tempo.