venerdì 28 giugno 2013

Noia della vecchiaia


C'era una volta un vecchio che continuava a invecchiare. Era contento. Aveva un gruppetto di amici, tutti vecchi ma un po' meno di lui. Chiacchieravano spesso. Non insieme a viva voce, perché ognuno era nella sua casa, magari a letto o su una sedia a rotelle: tutti avevano solo la testa che funzionava bene, per il resto non mancavano deficienze anche gravi. Si parlavano per telefono; era di solito lui, il più vecchio, che chiamava ora l'uno ora l'altro. Sfruttavano bene anche le parole telematiche, i messaggi mail per internet, perché erano tutti aggiornati alle tecniche moderne della comunicazione.

Di tanto in tanto, capitava che uno del gruppo inciampasse e cadesse, non con il corpo, ma con la sorte sua: tutto finito. Non più la sua voce, la sua parola, la sua memoria. Per lui un vuoto che si aggiungeva ad altri vuoti. Così il gruppo s'era fatto gruppetto, sempre più esiguo. Intanto lui continuava a invecchiare e continuavano a venirgli ricordi: cosa bellissima poterne parlare, ricordare insieme. La sua mano era pronta ad allungarsi al telefono per dar vita a un colloquio su quel tema che la mente gli aveva riproposto, su quelle parole, su quello che venne dopo. Ma subito la mano si ritraeva: no, quel numero non si poteva fare, l'amico, il carissimo amico che aveva condiviso quel giorno, non c'era più, quella vicenda non si poteva ravvivare, il ricordo era amputato: silenzio, immagini che svanivano, si scioglievano.

Lui continuava a invecchiare e ormai non aveva proprio più nessuno di quelli d'allora, sentiva che la sua mente era qualcosa che si raggrinziva, perdeva elasticità. Le sue giornate diventavano nebbiose, di una nebbia dentro, la nebbia della noia. Una nebbia aperta ogni tanto da squarci sgradevoli dovuti a ricordi che non trovavano lo sperato appiglio. Il suo occhio si guardava attorno smarrito, lui sentiva il peso di questo suo persistere nell'andare avanti. Vedeva avanzare i figli di quelli che erano stati i suoi amici. Ma come, già sessant'anni, possibile? Si dicevano già vecchi anche loro? Lo saranno anche stati, ma era vecchiaia diversa, lui era di un altro mondo. Il suo andare, continuare ad andare, non aveva meta, solo buio. Che noia.