mercoledì 7 marzo 2012

Il potere delle farfalle



A Nellina quelli della pensione hanno affibbiato Il soprannome di «bertuccia». Basta questo per dire che non è bella. Per la sua età — diciotto tra due mesi — potrebbe essere più rotonda. Anche quando si mette in pantaloni il suo corpo non dice un gran che; un piccolo, delicato seno viene in aiuto di chi, guardandola, sta per scambiarla per un ragazzo. Nel viso, minuto, spiccano gli occhiali che sono troppo grandi e le labbra che sono troppo grosse e stanno invariabilmente dischiuse.
Nellina studia lingue. Ha degli esami da dare a ottobre, ma non guarda mai un libro. Partendo da Milano per la villeggiatura, sola, ha promesso solennemente a sua madre due cose: che avrebbe studiato e che avrebbe mangiato. Invece non studia e mangia come un passero. Gira per la pensione con aria svagata, sembra sempre che sia alla ricerca di qualcuno o di qualcosa e invece no.
C’è un giovanotto francese sui 25 anni che le gira intono. Lei si ferma spesso a parlare con lui, ma lo fa sempre con la solita aria stralunata; qualche volta, nonostante i suoi studi specifici, si trova in difficoltà a continuare il discorso e allora pianta in asso il francese e va altrove, magari a giocare con delle bambine di dieci anni. Una sera il francese e due ragazze sui vent’anni invitano Nellina a una festa da ballo. Tornano alle quattro del mattino. Nellina s’era dimenticata la luce accesa con la finestra aperta e trova la camera invasa dalle farfalle. Le fanno impressione, è quasi terrorizzata, non può certo mettersi a letto. Va a bussare a una porta credendo che sia la stanza della padrona della pensione per chiedere soccorso. «Signora Marini» chiama ripetutamente. «Non sono la signora Marini — risponde una grossa voce maschile, — lasciami dormire». Il francese nel corridoio parla a Nellina, le offre ospitalità. Lei risponde di no, che «non va bene». Il francese insiste, lei dice ancora no. Lui allora si chiude in camera. La ragazza entra nella stanza di una bimba di dieci anni, la sveglia: «Mi lasci venire a letto con te? da me ci sono le farfalle». La bimba, assonnata , va nella stanza dei genitori a riferire la richiesta di Nellina e loro si arrabbiano. «No, sono tutte storie, dille di no» e la madre si alza e va sulla porta, dice che è un'indecenza, che non si sveglia una bambina per una stupidaggine così.
Altri pensionanti s’affacciano, chiedono cosa è successo, dicono la loro. Nellina, piena di paura, prova a entrare nella sua camera, tremando. È proprio una cosa terrorizzante questo ronzio, un gran girare come se si avventassero su di lei tutte insieme, terribile, terribile e poi le viene in mente una favola della nonna dove c’erano dei mostri camuffati da fiorellini, questi sono mostri veri. No, no, non può dormire qui. Resiste ancora un momento per sentire se tacciono le voci: no, non smettono. Va sulla soglia, le porte sono tutte chiuse, c’è silenzio. Nellina si sente smarrita, è sola e alle spalle ha quel terribile ronzio, fa un passo avanti per allontanarsene, va verso la stanza del francese, bussa con delicatezza e la porta si apre immediatamente. «Ho deciso di accettare la tua ospitalità, — dice con voce flebile -- non posso dormire con le farfalle». Vieni, vieni, qui sarai al sicuro». La fa entrare, l’abbraccia, per darle subito protezione.